Oggi pensieri del tutto personali. Chi mi segue sui social sa che vado in palestra tutti i giorni, sette giorni su sette. È ormai una vera e propria fissazione direi, un rito quotidiano cui difficilmente rinuncio. E pensare che fino al settembre 2014, cioè fino a quasi 58 anni, non avevo mai fatto attività fisica, non mi piaceva fare ginnastica, neppure alle scuole medie, il solo pensiero di entrare in una palestra mi faceva orrore. Fare camminate? Non se ne parlava proprio. Poi, nell’agosto 2014 appunto, ho avuto un … “incidente di percorso” piuttosto grave, dovuto sicuramente al mio tenore di vita, al fatto che ero in forte sovrappeso, al fatto che per anni avevo fumato – e non poco – e vivevo una vita decisamente stressante. Sono stato fortunato perché ho avuto una “seconda occasione”. I medici mi hanno prescritto 30 minuti di cyclette tre volte alla settimana e quindi ho iniziato appunto a frequentare la palestra. Poiché la tendenza ad essere sempre esagerato in tutto non si è comunque affievolita, alla cyclette ho iniziato ad affiancare il tapis roulant; successivamente altri esercizi… e da tre volte alla settimana sono passato a cinque e poi a sette.
Ma in realtà racconto tutto questo per invitare chi si comporta come mi comportavo io prima dell’agosto 2014 a cambiare le proprie abitudini di vita senza aspettare un “incidente di percorso”. Lo so che si tende a mettere la testa sotto la sabbia, che non si presta ascolto a nessuno, che tutto deve partire da se stessi, ma io voglio provare lo stesso a mettere in guardia. Prima di tutto perché, come dicevo, io sono stato molto fortunato e non a tutti è concesso. E poi perché anche se il tutto si risolve bene, dopo un periodo con il timore (fortunatamente infondato) che nulla possa più essere come prima, una ferita non fisica resta; resta una sorta di lacerazione interna, resta per molto tempo un senso di colpa latente per non aver saputo prevedere quanto è accaduto, per le preoccupazioni che si sono provocate a chi ci vuole bene e ci sta vicino. Tutto torna ad essere “come prima”, le giornate e il lavoro saranno “come prima”, ma tu, dentro, non sarai mai più “come prima”. Insomma, anche se è nulla in confronto a tragedie davvero sconvolgenti che tante persone devono affrontare nel corso della vita, se si può evitare è decisamente meglio. Non fate come me. Pensateci.
Come si cambia.