E così per il mitico Teatro Lirico di Milano, per poter tornare ad essere spettatori in quello spazio, dovremo ancora aspettare. Ho ricordi degli spettacoli che maggiormente hanno segnato la mia passione per il teatro che sono legati al Lirico di Milano: le grandi produzioni del Piccolo con la regia di Strehler come “La Tempesta”, “L’anima buona di Sezuan”, “I Giganti della Montagna”, “L’opera da tre soldi” sono davvero esperienze che non si dimenticano. Ma poi anche “Ciao, Rudy!” di Garinei e Giovannini nella seconda edizione con interprete Alberto Lionello. Fino, in tempi più recenti ma non troppo, al tour italiano di una compagnia di Broadway per il musical “Ain’t Misbehavin’”. Attendevo quindi con grande emozione di poter tornare ad assistere a importanti spettacoli in quello storico spazio, ma è notizia dell’altro giorno che purtroppo bisognerà aspettare ancora un po’. La gestione del Lirico, che è di proprietà comunale, era stata affidata tramite gara d’appalto ad un operatore ma ora pare sia tutto da rifare per vizi di procedura. Insomma una situazione del tutto italiana dove per una notizia come questa gioiscono avversari politici e si preoccupano i partiti di governo ma solo per il timore di perdere consensi: nessuna delle due parti è interessata veramente a restituire alla città un importante spazio culturale. E gli operatori teatrali italiani sono sempre pronti a farsi la guerra tra loro, e forse una “sana” competizione è anche normale, ma manca poi la volontà e la capacità di unirsi davvero tutti insieme per promuovere il settore, per favorire il business dello spettacolo, come avviene invece all’estero, in special modo negli Stati Uniti.