Ho assistito su Rai Uno alla diretta di “Andrea Chénier”, la “prima” della stagione 2017/20178 del Teatro alla Scala di Milano. Non sono un profondo appassionato e quindi tanto meno un esperto di lirica, non ho ancora letto recensioni e pareri illustri e non so quindi se questa messa in scena di Martone con la direzione orchestrale di Chailly è stata apprezzata, anche se gli applausi ottenuti in sala al termine della rappresentazione non lasciano dubbi sul successo di pubblico. Quello che voglio sottolineare è che una volta tanto la RAI ha tenuto fede alla sua mission di servizio pubblico con un’operazione che forse non avrà fatto registrare gli ascolti del Grande Fratello VIP (uno dei programmi più visti dell’anno, sapete?) o della Nazionale di calcio, ma una volta all’anno accontentare anche un altro tipo di pubblico, che paga lo stesso canone, credo sia doveroso. Ripeto che io non sono un esperto, ma visivamente davvero questo spettacolo è di una bellezza eccezionale. Un incanto di scene e costumi, di colori, di cura dei particolari. È un teatro che ci invidiano in tutto il mondo e di cui dobbiamo essere orgogliosi. Scalda il cuore sapere che pochi giorni fa una delle anteprime è stata gremita da 2000 giovani tra i 6 e i 30 anni che sono stati conquistati dalla musica e dalla messa in scena. Forse non tutto è ancora perduto quindi. Forse un po’ di speranza nel futuro possiamo conservarla.
L’umanità può vivere senza la scienza, può vivere senza pane, ma soltanto senza la bellezza non potrebbe più vivere, perché non ci sarebbe più niente da fare al mondo! … La scienza stessa non resisterebbe un minuto senza la bellezza.
(Fëdor Dostoevskij)