L’albero di Natale predisposto dal Comune di Roma in Piazza Venezia ha immediatamente provocato innumerevoli battute di spirito dei romani che lo hanno battezzato “Spelacchio”. Su di “lui” ne hanno già dette e scritte di tutti i colori, con la consueta ironia che contraddistingue i suoi concittadini. “Lista delle poche cose al mondo più tristi e miserabili del povero Spelacchio ora che si è messo anche le palle de lamiera: la cambiale, il dente del giudizio, la Fiat Duna, la colica renale, Virginia Raggi, la sciatica, la metro B, l’unghia incarnita, il consigliere Paolo Ferrara”. Sui social è tutto un fiorire di battute e di confronti con l’albero di piazza Duomo a Milano, denominato invece dalla ditta che si è occupata della sua installazione “Vittorio” e decisamente più folto, più rigoglioso. Le polemiche naturalmente non si placano e sono un’occasione per dire che l’albero rispecchia il degrado della capitale d’Italia e “buttarla” subito in politica dando la colpa alla Raggi. L’albero, acceso alle 18 dalla sindaca -scrive Dagospia -, non ha riconquistato consensi nemmeno una volta illuminato. “Brutto rimane, andate a vedere quello di Milano”, scrive Elle Antonella su Facebook. “Albero è parola grossa”, commenta Angelo Provera. “E quasi più brutto di quello dello scorso anno”, dice Francesco Gas. Francesco JJ Benvenuto, invece, la chiude così: “Rega’, l’anno prossimo famo er presepe”. Qualcuno scrive che non dà neppure l’impressione della festa. A me non sembra, soprattutto illuminato non mi pare così brutto: Spelacchio mi fa tenerezza. E poi ha la fortuna di essere a Roma, la città più bella del mondo e anche, comunque, di far parlare la gente. A Milano siamo tutti sempre incazzati e di corsa e l’albero, anche se fantasmagorico, forse neppure lo si nota.