Da un po’ di tempo, in occasione del Capodanno, Raiuno non trasmette più il Concerto di Vienna (spostato su Raidue) ma quello in programma allo splendido Teatro La Fenice di Venezia. È ormai un evento molto atteso, sia per la varietà dei brani musicali, tratti soprattutto dalla grande tradizione lirica italiana, che per la stupenda ambientazione. Non ha fatto eccezione il concerto di ieri, diretto dal maestro coreano Myung-Whun Chung che ha anche simpaticamente sottolineato il fatto di trovarsi nel teatro più bello del mondo nella città più bella del mondo. Il concerto ha avuto molto successo anche in sala, tanto che il pubblico ha tributato lunghi e calorosissimi applausi chiedendo insistentemente un bis. Bis che direttore, orchestrali e cantanti solisti hanno concesso. Solo che, proprio mentre stavano per cominciare, Raiuno ha deciso di interromperne la diffusione: c’era un trailer sui programmi della serata da trasmettere, c’era la pubblicità e poi alle 13.30 il Tg1. Il funzionario avrà pensato: di musica ne abbiamo già trasmessa abbastanza, chissenefrega se un po’ di abbonati ci resteranno male. Trovo tutto ciò di una maleducazione inaccettabile, soprattutto perché si tratta della televisione di Stato, che potrebbe comportarsi un po’ meglio dei concorrenti commerciali. In modo particolare perché queste inspiegabili decisioni vengono sempre prese solo quando non si tratta di eventi sportivi. Vi immaginate cosa succederebbe se la RAI decidesse di interrompere la trasmissione di una partita di calcio quando stanno per avere inizio i tempi supplementari? E non si dica che il telegiornale non può essere ritardato perché appunto, in caso di incontri di calcio, ne viene variato l’orario anche di un’ora. Nel caso di ieri si trattava solo di attendere qualche minuto in più, magari rinunciando agli spot di autopromozione. Era pretendere troppo?