Il cantautore Francesco Guccini, mito per più di una generazione, soprattutto icona della sinistra di un po’ di anni fa, intervistato da Robinson, il settimanale di cultura di Repubblica, ha detto che da anni non scrive più canzoni, semplicemente perché “Ho capito una cosa semplice: non ho più niente da dire”. Non è da tutti arrivare a una simile decisione. Ma è sicuramente uno degli atteggiamenti più dignitosi ed ammirevoli che si possano assumere. Sono tante le personalità che dovrebbero prenderne esempio e che invece non si rassegnano. Forse tutti dovremmo fare tesoro di questa saggezza. Alcuni anni fa avevo apprezzato la stessa decisione di David Letterman che, pur raccogliendo ancora un’audience considerevole per il suo talk-show televisivo americano, aveva deciso di lasciare per “raggiunti limiti di età” a 68 anni. Invece c’è chi non si rende conto di rasentare il ridicolo. E questo vale un po’ per tutte le professioni, soprattutto in questi tempi di rapidissimi cambiamenti: davvero io dico largo ai giovani che senza sforzo riescono ad adattarsi ed a capire le nuove esigenze del mondo che ci circonda. Questo continuo spostare in avanti le età pensionabili, per via non tanto della crisi economica quanto per la palese incapacità della nostra classe politica degli anni passati (e sul futuro stendo già un velo pietoso), è secondo me quanto di peggio si possa fare per tentare di risollevare le sorti del nostro paese.