Una carriera lanciatissima per Quinn Norton (foto sopra). Una serie di articoli su Wired focalizzati sulla tecnologia e infine l’assunzione al New York Times. Cosa può esserci di più bello per una giornalista? Ma la tecnologia le ha anche giocato un brutto tiro. I post lasciati sui social network restano, non si cancellano neppure dopo tanto tempo, neppure dopo anni. Dopo meno di 24 ore da quando il quotidiano ha annunciato l’assunzione di questa nuova firma, è stata la stessa giornalista a scrivere su Twitter di aver dato le dimissioni o, meglio, come poi si è scoperto, di esser stata costretta a presentarle. Dopo l’annuncio, infatti, sono tornati a galla alcuni tweet a carattere omofobo ed altri pieni di insulti razzisti, a firma appunto della Norton. Per un po’ la giornalista ha tentato di difendersi, ma poi di fronte all’evidenza ha dovuto arrendersi. E il New York Times ha scritto Nonostante il controllo sul precedente lavoro di Quinn Norton e i colloqui con i suoi precedenti datori di lavoro, queste informazioni ci erano nuove. Per questo, abbiamo deciso di prendere strade diverse.
Credo che convenga a tutti evitare di scrivere sui social frasi di cui poi ci si potrebbe pentire, solo per il gusto di essere falsamente trasgressivi, mentre spesso si è solo stupidi. E’ un atteggiamento che purtroppo vedo spesso anche tra i miei contatti social ed anche se non è caratteristica solo dei più giovani (lo rilevo purtroppo anche in chi dovrebbe essere più saggio se non altro per età), sicuramente sono proprio i giovani che potrebbero avere nel mondo del lavoro conseguenze spiacevoli come quella descritta prima. Quindi meglio pensarci bene prima di lasciare in giro segni della nostra stupidità. E poi ricordiamocelo: Google sa tutto di noi, come ci dimostra questo famoso video “virale”: