Stavo riflettendo sul fatto che negli ultimi giorni la gendarmeria francese ci ha offerto comportamenti opposti, entrambi ampiamente commentati dai media internazionali. Prima è arrivata la notizia della donna di nazionalità nigeriana malata e incinta respinta alla frontiera dalla polizia francese e abbandonata davanti alla stazione di Bardonecchia (poi ha partorito a Torino ed è morta subito dopo). Una storia che fa male, che ci fa pensare che l’umanità abbia perso la capacità di provare dei sentimenti di pietà, di solidarietà, di fratellanza. Poi però leggiamo la notizia di Arnaud Beltrame, il poliziotto francese che, al terrorista del supermercato di Carcassonne, si è offerto come ostaggio al posto di una donna. Un vero eroe che ha pagato con la vita questo gesto di assoluta generosità e solidarietà. Un esempio che dimostra che invece i sentimenti di solidarietà e di fratellanza, grazie al cielo, sono ancora presenti. Ma queste due storie così diverse, testimoniano secondo me anche un’altra cosa molto importante. Queste due storie che riguardano lo stesso ambiente, la polizia, e la stessa nazionalità, quella francese, dimostrano che non si deve mai generalizzare il proprio giudizio su una popolazione, su una professione, su un ambiente. Perché niente è tutto bene o tutto male. Vale la pena di conoscere persone diverse da noi, di frequentarle, di imparare e poi magari criticarle o stringere al contrario amicizie durature e importanti. Davvero nessun uomo è un’ isola come scrisse John Donne ( e i supermercati non c’entrano).
Il vero viaggio di scoperta non consiste nel trovare nuovi territori, ma nel possedere altri occhi, vedere l’universo attraverso gli occhi di un altro, di centinaia d’altri: di osservare il centinaio di universi che ciascuno di loro osserva, che ciascuno di loro è.
Marcel Proust
Poi c’è una terza storia, di cui ha parlato secondo me molto bene ieri sera Luciana Littizzetto, quando io avevo già scritto questo post. Per chi non l’avesse visto ve lo propongo qui sotto. #soccorrerenonèuncrimine