Quello che è indicato nel titolo di questo post era già stato propagandato alcuni anni fa ed ora è tornato ala ribalta in un articolo pubblicato dal Corriere della Sera che riporta le affermazioni dello psicologo Richard Stephens dell’Università di Keele in Inghilterra, che – e questo mi stupisce più di tutto – da anni ormai conduce studi sull’argomento. E se lui è convinto di questo chissà in quale turpiloquio si esibirà davanti ai suoi studenti 😊! Comunque non è mica il solo: alla ricerca si è unito addirittura un gruppo di psicologi dello statunitense Marist College (gli americani non possono mai restare indietro in questo genere di studi scientifici). Comunque tutti sono d’accordo che dire le parolacce fa bene, e che non è indice di mancanza di «parole» o di povertà di linguaggio ma al contrario può essere una dimostrazione di articolazione nella scelta delle parole e di quando e come usarle. Quindi: via i freni inibitori e basta dire ai bambini di non dire le “brutte parole”, eh? Mah… voi che ne pensate? Vi lascio con un celebre brano del film “Il gatto a nove code” di Dario Argento, con una gara di parolacce (con l’attore Ugo Fancareggi).