Oggi vi parlo di una serie trasmessa da Netflix che ha diviso la critica ma conquistato il pubblico. Io sono dalla parte del pubblico e di quella critica che ne ha parlato in termini entusiastici. Da tempo non vedevo un prodotto televisivo che non riuscivo a smettere di guadare episodio dopo episodio. Quando l’ora era tarda ero davvero dispiaciuto di dover interrompere fino al giorno dopo. In ogni caso la serie, 22 episodi, io e mia moglie (anche lei fan sfegatata) siano riusciti a vederla in pochissimi giorni. È una serie spagnola il cui titolo originale è “La Casa de Papel” e, in italiano, “La Casa di Carta”. È la storia, molto semplice all’apparenza, di quella che dovrebbe essere una rapina perfetta ideata “Professore”, personaggio interpretato dall’attore spagnolo Álvaro Morte, a capo di un gruppo di ladri da lui stesso assoldati per fare irruzione dentro la zecca di stato Ma allo stesso tempo non è solo la storia di una rapina: negli episodi ci sono molti riferimenti ad un’idea di ribellione contro il sistema e contro le politiche della Banca Centrale Europea, un’idea che nella testa dei rapinatori potrebbe raccogliere consensi tra il popolo che segue la vicenda attraverso la televisione, che ovviamente piazza le telecamere davanti zecca, dove i ladri si rinchiudono per giorni per stampare il denaro da rubare. Anche “Bella ciao”, canzone popolare italiana che compare in numerose scene, è utilizzata come una sorta di richiamo alla rivolta. E poi c’è anche una sensuale storia d’amore tra l’ispettrice della polizia e… Non voglio anticiparvi altro. Procuratevi questa serie e poi ditemi se siete fra gli estimatori oppure tra i denigratori.