Mi sono imbattuto l’altro giorno su un articolo di un giornale locale. Vi riporto qui il titolo, che è già indicativo del clima che si respira nel nostro paese “Sul treno carico di stranieri provenienti da ogni dove, il controllore chiede ad una tortonese il libretto sanitario del cane!”. Stranamente, anche all’interno, questa simpatica affermazione non è preceduta dalla consueta frase “Noi non siamo razzisti ma…”. Comunque anche il testo dell’articolo merita di essere letto: Questo è il racconto di una tortonese che ieri pomeriggio è salita sul treno proveniente da Livorno e diretto verso Tortona per rientrare a casa in compagnia del proprio cane con biglietto regolarmente pagato per entrambi. Il controllore di turno – secondo il racconto della donna che conosciamo molto bene e non abbiamo dubbi per dubitare delle sue affermazioni – si è fermato e le ha chiesto il suo biglietto e quello del cane, poi ha guardato il cane, lo ha squadrato ed ha chiesto alla donna se la bestiola avesse effettuato tutte le vaccinazioni. La tortonese ha annuito, ma al controllore questo non è bastato. “Mi faccia vedere il libretto delle vaccinazioni del cane” ha detto il controllore. La tortonese che tra l’altro soffre di una malattia al cuore è trasalita: “ma non ce l’ho con me…” ha replicato. “Lei lo doveva portare” ha risposto il controllore impassibile. La donna si è ricordata che a quell’ora il marito era a casa, così ha telefonato al consorte e lo ha fatto andare a prendere il libretto sanitario del cane, glielo ha fatto fotografare col cellulare e si è fatta mandare la foto sul suo cellulare che ha potuto finalmente mostrare al controllore. Quest’ultimo, dopo averlo visionato attentamente, si è allontanato. Non sappiamo dove sia andato e se abbia mostrato così tanto scrupolo anche nei confronti dei tanti stranieri che c’erano sul treno (e ce lo auguriamo) ma questo la dice lunga sulla situazione che sta vivendo il nostro Paese, dove si controlla minuziosamente una donna di oltre 50 anni, cardiopatica, ma poi in altri casi si soprassiede nei confronti degli stranieri che salgono sul treno senza biglietto a gruppi di cinque o sei e un controllore da solo che si avvicina, più di tanto non può fare perché rischia di essere picchiato a sangue. Possiamo convenire sull’eccesso di zelo del controllore, anche se si è limitato a richiedere quanto previsto dal regolamento. Io purtroppo non posseggo cani ma, nel caso, sicuramente viaggerei con il certificato di iscrizione all’anagrafe canina e il libretto sanitario perché questo è quanto prescritto e riportato sul sito di Trenitalia. Non credo poi che il controllore dovesse essere al corrente che la signora fosse cardiopatica (anche qui: lo sono pure io e di anni ne ho più di 60, ma non pretendo che ogni controllore lo sappia). Sulla pagina Facebook del giornale, sotto l’articolo si leggono, tra gli altri, anche commenti da far rabbrividire per la violenza, la maleducazione e l’arroganza. Riprendo una frase del citato scritto quando dice “questo la dice lunga sulla situazione che sta vivendo il nostro paese”: su questo sono d’accordo. “Articoli” di questo genere rivelano veramente a quale punto di diffidenza, paura del diverso, mentalità ristretta si sia ormai arrivati. Che tristezza.