Una di quelle notizie che ti fanno pensare che ancora esiste la solidarietà e che, quindi, non tutto è perduto.
L’articolo di Oriana Liso su Repubblica:
Il primo giorno alla mensa scolastica, tutti assieme. Dopo settimane di polemiche e proteste, da oggi a Lodi tutti i bambini figli di immigrati che non potevano accedere al servizio per un provvedimento della giunta leghista potranno pranzare con i loro compagni. Una storia che ha provocato molte reazioni politiche, da quelle del vicepremier Matteo Salvini – che ha difeso la scelta della giunta – a quelle di diversi esponenti del Movimento 5 Stelle, da Luigi Di Maio a Roberto Fico, con dichiarazioni più morbide rispetto all’alleato di governo, tanto che Salvini ha replicato a Fico: “Faccia il presidente della Camera”.Non è una marcia indietro dell’amministrazione, però: perché è soltanto grazie a una raccolta fondi nazionale organizzata da un coordinamento di cittadini lodigiani che le famiglie dei circa 180 bambini stranieri potranno pagare il buono mensa. Una raccolta fondi, quella del coordinamento Uguali doveri, che in pochissimi giorni ha raccolto oltre 60mila euro da tutta Italia, soldi arrivati da persone indignate per la scelta del Comune di obbligare i genitori stranieri a produrre una documentazione molto difficile, se non impossibile, da reperire nei paesi di origine per poter avere le agevolazioni sul costo del buono pasto. Per questo le famiglie straniere – persone che vivono e lavorano regolarmente da anni in Lombardia -, non potendosi permettere di pagare la tariffa piena, sono state costrette a mandare a scuola i loro figli con un panino, che dovevano mangiare in un locale separato rispetto ai compagni. Con i soldi raccolti, quindi, le famiglie potranno pagare la differenza tra quanto avrebbero pagato in base al loro reddito Isee e la tariffa massima, almeno fino a dicembre. Spiega Valentina Tronconi del coordinamento: Prima di poter riequilibrare la situazione ci vorrà del tempo. Per adesso abbimo informato le famiglie che ci avevano contattato. Ma ci sono ancora molti genitori che non sanno di questa possibilità, di questo aiuto e continuano a portare i figli a casa nella pausa pranzo”. Le richieste arrivate al Comune sono 316, di cui 177 per la mensa, 75 per lo scuolabus, 43 per il pre e post scuola e 23 per gli asili nido.”Chi è in difficoltà dovrà rivolgersi al Coordinamento e dopo una veloce verifica della domanda colmeremo la differenza: se prima queste famiglie pagavano 2 euro al giorno per la mensa del proprio figlio e adesso ne devono pagare 5, la differenza di 3 euro sarà versata da noi grazie ai fondi raccolti”. Una vittoria temporanea, quindi. Perché la battaglia del coordinamento – che ha presentato un ricorso al tribunale di Milano contro il provvedimento del Comune, e verrà discusso a novembre – va avanti nella protesta. Oggi a Lodi è stato convocato un presidio sotto la sede del Comune, al Broletto, che durerà 12 ore. I manifestanti chiedono di incontrare la sindaca o l’assessora all’Educazione. Abdelrahman El Saidm, che coordina la protesta degli extracomunitari che denunciano come sia impossibile o molto difficile produrre certificati su tutte le loro proprietà nei Paesi di provenienza (non nelle città di origine, ma nell’intero Stato), spiega: “Su circa 300 domande per ora state ne sono state accolte solo 5, cosa che si ritiene inaccettabile”. Qualcosa, forse, si muove in Comune: la giunta comunale nei prossimi giorni dovrebbe elaborare una lista di Paesi esteri che verranno esclusi dalla produzione del certificato richiesto con il nuovo regolamento comunale sulle agevolazioni per i servizi legati alla scuola, come la mensa.La questione, infatti, non riguarda solo le agevolazioni per l’accesso alla mensa, ma anche al nido e al trasporto con lo scuolabus. Una situazione che, quindi, costringe madri e padri che lavorano a non mandare i figli piccoli al nido perché senza i documenti richiesti.