Vi avevo avvisato/minacciato nel post del 15 dicembre. Dopo il primo thrilling realizzato nel 1971 con parenti e amici nella casa di campagna, l’anno successivo ho coinvolto i compagni di scuola ed altri amici di Tortona in un altro “giallo” pieno zeppo di cadaveri. La trama infatti era un “work-in-progress” e la scomparsa violenta dei personaggi era dovuta principalmente alla partenza per la villeggiatura dell’interprete. Il film ci propone la Tortona dell’epoca, con alcuni luoghi che sono proprio cambiati nel corso degli anni e quindi penso che a qualcuno possa fare piacere vederlo.
Nota triste: alcuni degli interpreti ci hanno purtroppo già lasciato.
Fumetto del giorno
Se non metti “mi piace”… poi stai male
Pare che, secondo una ricerca dell’Università del Michigan (Stati Uniti), chi frequenta Facebook senza interagire soffra di aggravamento dell’umore, mentre chi mette almeno qualche “mi piace” o scrive qualche commento poi si sente molto meglio. Anche l’Università della California, San Diego e l’Università di Yale hanno condotto studi analoghi da cui è risultato coloro che cliccano sui link il quadruplo rispetto all’utente medio, o che mettono il doppio dei Mi piace”, tendono a definire migliori le loro condizioni mentali rispetto a chi invece interagisce poco o nulla. A parte il fatto che queste ricerche delle Università americane mi fanno sempre molto ridere perché davvero studiano qualsiasi cosa di interesse davvero limitato, quello che davvero mi sorprende è che i risultati sono stati resi noti proprio da Facebook che, ovviamente, ha tutto l’interesse a far sì che gli utenti partecipino attivamente piuttosto che essere semplici lettori.
Quindi anche i cosiddetti “hater” dopo aver scritto i loro commenti zeppi di insulti si ritrovano di buon umore? Io non ci credo. Secondo me gli “odiatori” professionisti, “leoni da tastiera”, non sono mai felici, sono per definizione dei poveri scontenti di tutte le cose e di tutto il prossimo cui danno la colpa dei propri fallimenti. Anche se interagiscono alla fine non si sentono meglio per niente. Forse lo sono nel momento in cui scrivono cattiverie, ma poi sono certamente delle persone squallide e infelici.
Sempre Facebook ci fa sapere poi che secondo la Carnegie Mellon University, le persone che inviano o ricevono più messaggi e commenti da amici e conoscenti dicono di sentire un migliore sostegno sociale, contro depressione e solitudine. E forse questo potrebbe anche essere vero.
Spelacchio è morto
Il povero Spelacchio, l’albero di Piazza Venezia a Roma, non ce l’ha fatta. Il Comune di Roma ha ammesso che è morto prematuramente, senza svolgere il suo compito di Albero di Natale almeno fino al 26 dicembre. Ve ne avevo parlato in un altro post, esprimendo la mia simpatia e la mia solidarietà di fronte alle cattivissime critiche cui era stato sottoposto, anche con impietosi paragoni con l’albero allestito a Milano. Spelacchio è seccato, ed ora è un rimpallo di responsabilità fra la ditta che l’ha fornito e quella che ha provveduto a installarlo in piazza. Insomma: un teatrino tutto italiano. Il Codacons naturalmente ha già presentato un esposto alla Corte dei conti in cui chiede alla giustizia contabile di indagare su un possibile danno erariale ed ha chiesto la rimozione di Spelacchio perché “palesemente morto e quindi rappresenta un vergognoso spettacolo per cittadini e turisti”. Mi sembra l’ennesima protesta fatta più per far parlare del Codacons che del fatto in sé. Di fronte poi agli sprechi italiani in tutti i campi questo non mi sembra davvero tra i più gravi. Non voglio certo difendere la giunta capitolina, ma addebitare a Raggi & C. anche la responsabilità della cattiva riuscita dell’Albero di Natale mi pare davvero troppo e inutile. Però per l’anno prossimo… mi raccomando, prendete esempio almeno dal Rockefeller Center di New York oppure… un bel presepe?
Le telefonate promozionali
Ormai da diversi anni le mie utenze di telefonia fissa sono iscritte al “Registro delle opposizioni”. Sapete di cosa si tratta, immagino; per i pochi che ancora non lo sanno “È un registro istituito a tutela degli abbonati telefonici che non vogliono ricevere chiamate pubblicitarie, ma che al tempo stesso desiderano rimanere sugli elenchi telefonici ed essere reperibili per le comunicazioni interpersonali. Iscrivendosi al registro un abbonato esercita il diritto “ad opporsi al trattamento” dei suoi dati personali a fini promozionali previsto dal Codice della privacy”. Una volta effettuata l’iscrizione dopo un massimo di 15 giorni gli operatori di telemarketing non vi chiameranno più. Bello vero? Troppo bello infatti. Non è cambiato assolutamente nulla. L’unica cosa è che se fate presente che il numero è iscritto al registro gli operatori si scusano e riagganciano. Ma il giorno dopo vi richiamano come se nulla fosse. A nulla vale nemmeno scrivere direttamente ed esercitare il proprio diritto a essere cancellati dagli elenchi dei vari operatori telefonici (i più insistenti, almeno nel mio caso). Vi rispondono di aver provveduto ma le telefonate promozionali continuano come se nulla fosse. A me spiace anche essere scortese con gli addetti che, mi rendo conto, stanno semplicemente facendo il loro lavoro, però anche la mia pazienza a volte ha un limite ( e quindi rispondo le cose più assurde, tipo “no guardi non ho il telefono…”). Vorrei far presente quindi a tutte le aziende che utilizzano il marketing telefonico, che nel momento stesso in cui vengo contattato deciderò di non utilizzare mai più nella vita quell’operatore, anche se dovesse avere il monopolio ed essere quindi l’unico sul mercato. Rispondo proprio così anche a chi mi contatta, sperando prima o poi che i miei dati vengano davvero cancellati, anche se essendo ormai quasi tutti addetti che faticano a parlare italiano… figuriamoci a capire il concetto che voglio esprimere… La cosa che maggiormente mi fa andare fuori di testa è quando vengo importunato dal mio stesso operatore di telefonia o di energia elettrica che mi chiede di diventare il mio fornitore. Io dico: almeno un controllo sui vostri clienti potreste farlo, se non volete perderli per totale sfiducia, no?
Le “promozioni” dei film in tv
Avete presente quando nelle trasmissioni televisive arrivano gli interpreti dei film in uscita per farsi pubblicità? Generalmente tutto si risolve con un video di introduzione dove si esalta tutto quanto quell’attore ha fatto nella sua carriera, seguita da un’intervista e da una clip del film. Insomma, una noia abbastanza mortale, se l’intervistato poi non è tra i più disponibili e l’intervistatore poco brillante. Vi voglio far vedere quanto andato in onda l’altra sera negli USA dove Hugh Jackman, Zac Efron e Zendaya sono impegnati nella promozione del film “The Greatest Showman” (già candidato a 3 Golden Globe ed in uscita anche in Italia il giorno di Natale). I tre hanno realizzato un intervento davvero strepitoso per il programma tv di James Corden. Molti di voi già avranno visto questa clip che in pochi giorni ha avuto su YouTube quasi 2 milioni di visualizzazioni. Io credo che questa sia una “vera” promozione, un contributo realmente valido per portare gente a vedere il film, molto di più di quanto possa fare una banale intervista. Non so se in Italia riusciremo mai a raggiungere questi livelli, ma prima o poi bisognerà anche che qualcuno ci provi. Guardate il video più sotto.
La gaffe imperdonabile
Storia vera di qualche giorno fa. Al supermercato. Il giovane cassiere maschio si rivolge alla signora e dice: “Totale 12 euro e 50, già con lo sconto di oggi”. La signora sorridente “Ah, c’è uno sconto oggi?” “Si come ogni mercoledì, lo sconto del 10% per chi ha almeno 65 anni o è in pensione”. La signora a quel punto non sorride più, fulmina con gli occhi il ragazzo e dice “Guardi, Io non ho ancora 65 anni e non sarò mai in pensione. Ma a questo punto lo sconto lo voglio lo stesso!”. Il cassiere ovviamente non ribatte e applica lo sconto. La cosa mi fa estremamente ridere soprattutto perché la signora in questione… era mia moglie! E pensare che a me di solito vogliono applicare lo sconto studenti! A parte gli scherzi bisognerebbe sempre evitare di attribuire questo tipo di agevolazioni se non sono espressamente richieste, proprio per evitare queste gaffe imperdonabili (ma così divertenti…).
Diversi anni fa anche al Teatro Civico di Tortona si concedevano sconti ai cittadini tortonesi ultrasessantenni e ricordo benissimo la stessa gaffe fatta dall’ Assessore alla Cultura di quel periodo (di cui non riporto il nome ma, poiché ho visto che segue questo blog, secondo me si riconoscerà sicuramente) : presente per caso in biglietteria, voleva convincere una signora non ancora di 60 anni ad approfittare di questa straordinaria opportunità.
Insomma, spesso davvero un bel tacer non fu mai scritto.
E alóooora! @maramaionchi @XFactor_Italia
La zampata della vecchia tigre. Alla fine ha vinto lei. Il suo Lorenzo Licitra è il vincitore di X Factor 11. Sto parlando di Mara Maionchi, l’anziana del gruppo dei giudici per cui già avevo espresso in tempi non sospetti la mia vicinanza (vedi qui ). Non ho ancora visto la puntata finale perché ieri sera ero a teatro, che ha sempre la precedenza (a proposito: “Dirty Dancing” agli Arcimboldi di Milano con la regia del mio amico Federico Bellone e tanti altri amici in scena e dietro le quinte è sempre una macchina da guerra), ma immagino sia stata una vittoria a sorpresa, visto che tutti davano per vincenti i Maneskin, che effettivamente sono bravissimi e faranno comunque strada. Ma a me piace vedere la cosa come la vittoria della semplicità di Mara contro le elucubrazioni radical-chic macchinose degli altri giudici. Brava Mara!
P.S.: vale sempre quanto ho già scritto l’altra volta: Si accettano commenti, evitando però i soliti “tanto è tutto combinato”, “non è vero nulla”, ecc.ecc. Le tesi “complottistiche” (su qualunque argomento, soprattutto su quelli più seri di questo… e non ci vuole molto) qui saranno sempre bannate.
1971: La casa maledetta
Avevo 15 anni e già una grande passione per tutto quello che è spettacolo. Questo è un film “giallo” girato con parenti e amici nella mia casa di campagna, a pochi chilometri da Tortona. Era realizzato in Super 8, per chi non è così giovane da ricordare cosa fosse. Era proprio pellicola, di cui poi occorreva fare un montaggio. Era girato senza presa diretta e quindi poi bisognava anche procedere al doppiaggio. Insomma un gioco per cui davvero doveva esserci tanta passione, oltre alla capacità di coinvolgere altre persone, sicuramente poco interessate. L’estate successiva ne ho realizzati altri due: quindi preparatevi perché non mancherà a breve occasione di proporli. Siete avvisati.
Telefonare al volante
Era stato annunciato che il governo, tra le ultime disposizioni prima della fine dell’anno, avrebbe anche fatto approvare sanzioni più pesanti per chi utilizza il cellulare alla guida dell’automobile. Naturalmente, essendo un provvedimento che avrebbe tutelato la sicurezza e quindi anche la salute pubblica … è saltato e non arriverà in aula nell’immediato. Mi è sempre risultato difficile capire perché ci sia bisogno di tempi specifici e lunghissimi per dar corso a leggi sensate, ma del resto io non sono certo un esperto di iter parlamentare. Certo è che una cosa del genere fa pensar male, fa pensare a interessi forti da tutelare. Doveva essere previsto il ritiro della patente per chi era “beccato” con il cellulare all’orecchio: non è che si correva il rischio di telefonare di meno e quindi di acquistare meno smartphone? Non posso proprio pensarlo anche perché davvero detesto tutte le teorie complottiste e quindi non voglio assolutamente essere sfiorato da questo pensiero. Lo dico sul serio. Credo solo si tratti davvero di problemi meramente burocratici e la cosa forse mi fa incavolare maggiormente: fosse dovuto all’essere lestofanti farebbe più onore ai nostri politici. Invece temo sia solo cialtronaggine pura. La scusa ufficiale è che per una tale norma esistono “problemi di ammissibilità”: misteri del burocratichese. Comunque sia, assodato che l’uso del cellulare al volante è pericoloso per se stessi e per gli altri, soprattutto in caso di scrittura di SMS, WhatsApp, e-mail e similari, forse dovremmo essere direttamente noi a darci una regolata. Anche perché se proprio si deve rispondere a una chiamata ci sono sistemi come l’auricolare e il vivavoce che permettono di farlo senza staccare le mani dal volante e per i messaggi ci si può fermare, se non si ha un sistema di dettatura. Gli irriducibili del cellulare al volante possono tirare un sospiro di sollievo e ringraziare ancora una volta la nostra classe politica.