Blog Rewind – Scritti … del passato: Chi ha paura di Nicole Kidman? (25/01/2021)

In questi giorni, vedendo la serie tv di Sky “The Undoing” (ve ne parlerò sabato), mi sono ricordato che già nel 2004 avevo manifestato pubblicamente la mia ammirazione per Nicole Kidman, che alcuni invece giudicano, anche in quest’ultima serie tv, poco espressiva. Non sono affatto d’accordo.  Nel 2004 sul Magazine del Corriere della Sera rispondevo a un giudizio poco favorevole di Stefano Jesurum.

Ho letto l’articolo di Stefano Jesurum su Nicole Kidman – Magazine n. 10 – e devo dire che non sono d’accordo con la sua opinione. Non tanto per quanto potrebbe riguardare un discorso generale sulle bellissime star “single”, ma parlando specificatamente di Nicole Kidman. Non trovo che la sua bellezza sia “perfettamente algida. Fredda, distante, a tratti aggressiva, molto, troppo cinematografica” come è stato scritto. Forse le sue fotografie – come quella a corredo dell’articolo in questione – la fanno apparire spesso così. Ma se si ha il piacere di vederla interpretare dei personaggi sullo schermo, si scopre che finalmente il mondo dello spettacolo ha una vera attrice, con un grande talento: non solo bellezza dunque. Che sia questo ad incutere timore in noi maschietti? Abituati, assuefatti alla bellezza punto e basta delle varie “letterine” o “ereditiere” di fronte a una donna non-solo-apparenza ci spaventiamo e le chiediamo solo un autografo? Siamo davvero tutti uomini alla ricerca della donna di Stepford? Spero proprio di no.

Massimo Davico

Blog Rewind – Con la vostra faccia da vaccino… (20/01/2021)

Avevo seguito solo distrattamente lunedì sera la “dichiarazione di voto” alla Camera dell’on. Sara Cunial.  Mi ci sono imbattuto ora su internet e devo dire che è qualcosa di surreale, ipnotico. Non sembra possibile che in Parlamento circolino persone così… e invece. Vale la pena riascoltarla.

Ma poiché la sua pronuncia non è chiara per niente, per rendersi bene conto di cosa ha detto – ripeto: alla Camera, non al bar – forse è meglio leggere

Ecco: questa è la nostra classe politica, quella che abbiamo eletto. Forse ce la meritiamo.

Blog Rewind – A “Io Apro” spero lo Stato risponda con “Io Multo” (18/01/2021)

Un video del Corriere ci offre una pregevole istantanea di ristoratori e clienti intelligenti e rispettosi degli altri…  eh come no! 90 persone a cena in un locale chiuso, tutti senza mascherina perché “ci siamo rotti i co…”. E pazienza se magari anche uno solo di loro era positivo al Covid e fra dieci giorni ci saranno tanti altri da curare che nel frattempo avranno diffuso il virus in giro, magari a persone che invece hanno responsabilmente rispetto le regole. Niente da fare: non capiscono. “Io Apro” era lo slogan. Guardate il video e poi ditemi se non c’è da vergognarsi … Nel video c’è un signore che dice “a me mi sembra (sic…) di manifestare in modo dignitoso, decoroso senza rompere niente a nessuno” beh: si sbaglia, non è dignitoso, non è decoroso e soprattutto può far del male ad altre persone.  Ma non lo capirà mai.  Spero vivamente che lo Stato faccia seguire “Io Multo“, anche se in realtà il danno comunque è stato fatto.  Ma pensate se tutte le categorie che hanno dovuto rinunciare a lavorare si comportassero nello stesso modo. Fra l’altro: i ristoratori hanno potuto continuare a lavorare con il cibo da asporto, hanno avuto periodi in cui sono rimasti aperti. Pensate a cinema e teatri che sono fermi da febbraio dello scorso anno. Vorrei una lista dei ristoranti che hanno aderito alla protesta, per non tornare mai più a pranzo o a cena da loro in futuro. E adesso godetevi il rispetto e la dignità della serata nel video del Corriere.

Un altro filmato, di FanPage, mostra che la Digos ha identificato e multato tutti i presenti. Meno male.

 

Blog Rewind – Mattarella? E’ un agente segreto britannico (14/01/2021)

Non sono impazzito e non è neppure la trama di una improbabile fiction fantascientifica. E’ una tesi portata avanti da un gruppo di complottisti e intercettato su un video di BitChute, piattaforma utilizzata da destra estrema e formazioni cospirazioniste. Era poi presente anche su Parler, la piattaforma cui si è ora iscritto Trump dopo l’espulsione da Twitter. A Parler si è di corsa iscritto, pensate un po’, anche Matteo Salvini. Ma se volete seguirlo siete in ritardo: l’App di Parler è stata bannata dagli store di Apple e Google in quanto ritenuta pericolosa e infine proprio chiusa per… indegnità, in quanto conteneva inviti alla violenza senza alcuna moderazione. Solo Salvini poteva ritenere di doversi iscrivere: tirate voi le somme. Ecco il video che è stato riportato dal quotidiano La Stampa: Un signore con barba bionda e voce profonda racconta l’ultima novità in fatto di teorie del complotto. Mostra sul suo telefono una foto poco chiara che, a suo dire, ritrarrebbe il presidente Mattarella arrestato con Mike Pompeo dalla polizia italiana. «Non so se è vero o no ma quello che vi posso dire è che l’Italia è l’ultimo tassello di un piano di contrattacco cospirazionista ordito dalla Nato contro gli Stati Uniti, il cui regista è il Regno Unito», dice l’uomo rilanciando il mito del primo grande tiranno contro cui i patrioti hanno combattuto nel 1776 per la libertà. Non a caso le milizie dei lII Percenters si ispirano al 3% di coloni che imbracciò il fucile contro i britannici durante la Rivoluzione americana. «Mattarella è apparentemente un agente del Mi6 (i servizi segreti di Sua Maestà) – prosegue il narratore – e lui ha messo l’intero governo a supporto dell’operazione condotta sotto copertura dai britannici contro il presidente degli Stati Uniti d’America e per controllare l’intero sistema elettorale».
Vi rendete conto?

Blog Rewind – Il signor Twitter e la signora Facebook (13/01/2021)

Scusate ma se voi foste il signor Twitter e la signora Facebook e in casa vostra entrasse qualcuno cantando “Faccetta Nera” e facendo apologia del fascismo che è reato, oppure a raccontare cose totalmente false, e anche a chiedere agli altri ospiti di assalire il Parlamento, voi li terreste ancora in casa o impedireste loro di presentarsi di nuovo?

Ecco.

Poi c’è chi protesta e chi si indigna, naturalmente.
eggià

appunto

come no …

Poi la Meloni… una che ha la vera censura nel “DNA” della sua forza politica, è semplicemente ridicolo che possa protestare in questa occasione…

Per finire un’immagine molto interssante (grazie all’amico Pier Vito per avermela segnalata)

Blog Rewind – Perché Sanremo è Sanremo – 2 (07/02/2018)

1981: il mio secondo Sanremo, non solo l’ultima serata, ma una settimana intera. Le prove del lunedì, martedì e mercoledì e le dirette del giovedì, venerdì e sabato (sì all’epoca il festival durava solo tre sere, non cinque). Una full immersion che a 25 anni sopportavo benissimo, con gran entusiasmo. Fu un festival, condotto da Claudio Cecchetto con Eleonora Vallone, che regalò al pubblico alcune papere divertenti, con tante canzoni entrate nel patrimonio collettivo: Per Elisa di Alice, Maledetta Primavera di Loretta Goggi, Sarà perché ti amo dei Ricchi e Poveri, Ancora di Eduardo De Crescenzo, Caffè nero bollente di Fiorella Mannoia solo per citarne alcune oltre al tormentone, fuori gara, Gioca Jouer di Cecchetto. Tra gli ospiti più prestigiosi ricordo i Dire Straits (che però si esibirono in playback) e il mito dell’epoca Barry White che interpretò. Come stampa accreditata avevamo anche libero accesso al Casinò, alle feste organizzate dalle case discografiche, a cene di rappresentanza, alle discoteche di Sanremo… Insomma: una settimana dove non si dormiva mai.  Sempre vivo poi anche in quell’anno il ricordo delle hostess Muratti. Si poteva mancare l’anno dopo? Proprio no. Continua dopo il video


1982: ancora Cecchetto alla conduzione con la debuttante, all’epoca, Patrizia Rossetti, uscita da una specie di “talent” a Domenica In. Una scenografia spaziale, pare costosissima, per un festival con un vincitore annunciato molto prima dell’inizio: Riccardo Fogli. Fu l’anno di Felicità di Al Bano e Romina (che ricordo come una delle meno simpatiche a rispondere alle interviste), di Mia Martini con E non finisce mica il cielo, di Zucchero con Una notte che vola via, ma soprattutto di Vasco Rossi con Vado al massimo. Tra gli ospiti ricordo solo gli America, perché altri si esibirono non all’Ariston o addirittura in collegamento via satellite dagli States e non era stata una grande idea. Sempre notevoli le ragazze Muratti. Solita settimana senza dormire comunque. Continua dopo il video

1983: il presentatore era “Il conte di Montecristo”, cioè Andrea Giordana, affiancato dalle conduttrici di Discoring, programma musicale della prima rete RAI. Non fu una grande idea, comunque. Vinse a sorpresa una debuttante, Tiziana Rivale, bella voce ma forse di stile un po’ datata. La sua canzone, Sarà quel che sarà, sembra un po’ copiata da quella del film “Ufficiale e Gentiluomo”. Sono quelle cose inspiegabili che accadono solo a Sanremo. Tra le altre canzoni dell’anno si ricordano Vacanze Romane dei Matia Bazar, 1950 di Amedeo Minghi (che poi diventò un successo nella versione di Gianni Morandi), L’Italiano di Toto Cutugno, grande hit internazionale, e soprattutto Vita spericolata di Vasco Rossi, arrivata penultima ma poi  successo nelle vendite. Tra gli ospiti ricordo Roberto Benigni che cantò Via con me di Paolo Conte e Peter Gabriel che, cantando Shock the Monkey, si lanciò sulla platea. Per tutta la settimana in teatro si aggirava anche Renzo Arbore con una troupe cinematografica per le riprese di una parte del film “F.F.S.S. Cioè che mi hai portato a fare sopra Posillipo se non mi vuoi più bene?”, aggiungendo caos a caos.  Di dormire neppure a parlarne.

Blog Rewind – Perché Sanremo è Sanremo – 1 (06/02/2018)

Stasera si comincia. Inizia la settimana faticosa. 1980: il mio primo Sanremo. Nel senso che per la prima volta l’ho visto dal vivo, al Teatro Ariston. Ci andai per la radio RTL di Tortona, ma soprattutto per passione e curiosità, e solo nella serata finale. Anche perché in gara quell’anno c’era un cantante tortonese, Bruno Noli in arte Bruno D’Andrea, che, dopo il successo di “Nano Nano”, sigla del telefilm “Mork & Mindy”, si presentava in gara con “Mara”. Ma poi era l’anno di Claudio Cecchetto con Roberto Benigni, del bacio ad Olimpia Carlisi, dello scandalo per aver detto “Wojtilaccio”. E fu comunque l’anno del rilancio della manifestazione dopo un po’ di anni bui. Vinse Toto Cutugno con “Solo Noi”, ma quello che ricordo maggiormente di quella serata sono le splendide hostess della sigarette Muratti Ambassador, l’improbabile tinta dei capelli del debuttante Enrico Ruggeri con i Decibel, la, diciamo, “esuberanza” e “goliardia” di Silvia Annichiarico che si aggirava per la platea e la sala stampa dicendo in tutte le interviste solo  “Festivalazzo… festival del…”, la signorilità di Peppino Di Capri e la sua cortesia nel rispondere alla mia intervista. Ma la cosa che mi colpì di più in assoluto fu la classe, lo stile e la voce di Dionne Warwick, ospite della serata.

Blog Rewind – Se hai paura stai a casa (02/09/2020)

Ha fatto clamore in rete e anche sulla stampa il Pub Celtic House di Magenta che ha affisso sulla porta del locale questo avviso, ripreso da Tripadvisor.

Il locale è stato oggetto in rete di molte critiche per fortuna (anche se non sono mancati gli apprezzamenti). Massimo Gramellini ha scritto «Se pretendo che un pub italiano rispetti le leggi italiane sono un “covidiota”?»
Alla lettura della notizia pure io sono rimasto male pensando a quale punto di stupidità si può arrivare. Da un altro punto di vista, però, trovo che tutto sommato sia meglio questo comportamento “chiaro” ed esplicito, rispetto ai tanti locali dove ci si limita a esporre un cartello con le regole ma poi non vengano minimamente fatte rispettare. E, purtroppo, ne ho trovati tanti. Forse si pensa che il cliente abbia sempre ragione, ma in realtà, soprattutto su questo argomento, non è proprio così.  Io personalmente non ho voglia di litigare con gli altri clienti che magari entrano nel bar senza mascherina, senza aspettare che non ci sia assembramento al bancone, che entrano dall’uscita ed escono dall’entrata, che appoggiano sul bancone oggetti personali e altre scorrettezze simili.  Capisco che i gestori del locale non siano agenti di polizia, ma almeno alla clientela ricorrente dovrebbero farlo notare in modo che non si ripetano gli stessi errori tutti i giorni. Invece: nulla. E se lo fai notare ti guardano come se provenissi da Marte.  Personalmente ho già qualche esercizio commerciale in cui ho deciso di non andare più, preferendo quelli che invece le regole le rispettano ed almeno tentano di farle rispettare. Ovviamente eviterei sicuramente anche il Pub Celtic House di Magenta, in quel caso però anche segnalandolo alle autorità di pubblica sicurezza perché intervengano (e spero lo facciano ora che si è sollevato questo clamore).

Blog rewind – L’hostess e la mascherina di Ronaldo (11/09/2020)

Una hostess che io vorrei premiare. Imparassero da lei tutti gli addetti agli esercizi pubblici dove è in vigore l’obbligo di indossare la mascherina. Non deve essere facile andare da Ronaldo e dirgli che ha dimenticato la mascherina, ma lei lo ha fatto con professionalità e fermezza. Brava davvero. Prendessero esempio tutti!

Blog Rewind – Consigli di serie: Una pezza di Lundini (10/10/2020)

Questa volta vi segnalo un programma che non ha niente a che vedere con la serialità americana o inglese … è un piccolo show italiano di comicità , una di quelle cose preziose che una volta su mille mamma RAI sa regalarci (e che probabilmente mi sarei persa se non me l’avesse consigliata mio figlio).  Si intitola “Una pezza di Lundini” e va in onda su Raidue in seconda – o terza – serata a orari variabili. Per fortuna tutte le puntate sono disponibili su Raiplay all’orario che si desidera.

Valerio Lundini è un comico romano, surreale e stralunato, che si era già fatto notare in qualche trasmissione e a cui ora Giovanni Benincasa ha affidato con coraggio questa avventura che va in onda tre/quattro volte alla settimana. Ogni episodio dura circa venti minuti. Una pezza è una toppa, qualcosa messo in sostituzione e infatti si finge che il programma nasca provvisorio all’ultimo minuto per sostituire qualcosa che per motivi tecnici non è andato in onda. Parte così una parodia divertentissima della televisione generalista in cui Lundini viene affiancato dalla brava Emanuela Fanelli e dalla band de I VazzaNikki. Ma il programma non si può spiegare. Bisogna vederlo e lasciarsi portare nel mood di Lundini. Dopo i primi momenti di spaesamento si ride: tanto.