Blog Rewind : Consigli di serie: Happy Valley (03/02/2018)

Il consiglio per il binge watching di questa settimana è per una serie inglese intitolata “Happy Valley”.  Sono solo due stagioni per un totale di 12 episodi (si vocifera della produzione di una terza serie ma al momento non ci sono conferme) e quindi si può forse davvero vedere tutta in un fine settimana. È ambientata nello Yorkshire ed è prodotta dalla BBC.  E’ la storia di Catherine Cawood, ex ispettore della omicidi,  che è tornata ad indossare l’uniforme ad Halifax, città in cui è nata, a seguito del suicido della figlia diciottenne, caduta in depressione dopo aver dato alla luce un bambino nato da uno stupro di cui era stata vittima. Catherine scopre che il responsabile della violenza sulla figlia e della sua morte (per cui non è mai stato giudicato) è stato scarcerato e potrebbe incontrare per caso suo figlio Ryan, nato dall’abuso, che la poliziotta sta crescendo aiutata dalla sorella. Protagonista è la bravissima Sarah Lancashire, attrice britannica molto nota nel Regno Unito attiva anche in teatro (l’ho vista a Londra nel musical “Betty Blue Eyes”) e tutti gli altri del cast sono davvero all’altezza. Spero vi appassioni come è successo a me.

Blog Rewind : La fragola profumata di Tortona (07/05/2018)

Ebbene sì. Nella mia città si può gustare anche una qualità esclusiva di fragola, ovviamente solo in un limitatissimo periodo dell’anno. Si chiama proprio Fragola profumata di Tortona ed è davvero strepitosa. La sua produzione era entrata in crisi nel dopoguerra e fino a pochi anni fa se ne potevano trovare davvero pochissime in qualche orto privato. Oggi invece le cose vanno meglio grazie al Consorzio per la Valorizzazione e la Tutela della Fragola di Tortona, sotto la tutela del Presidio Slow Food. E poiché il sito di Slow Food illustra molto meglio di quanto potrei fare io questo prodotto, vi riporto qui quanto scrive: La storia della fragola di Tortona inizia un secolo fa. Da un’attenta selezione di specie selvatiche presenti sulle colline circostanti si ottenne a inizio secolo una cultivar eccellente e pregiata: la «profumata». Una fragola nuova, diversa da tutte quelle esistenti: poco più grande di un lampone, dal profumo intensissimo e dal sapore dolce e delicato. Negli anni Trenta questa varietà di fragola divenne la punta di diamante dell’economia locale. Per la fragola di Tortona l’amministrazione cittadina costruì perfino un mercato coperto, il «Gabbione». Il vecchio mercato non era più sufficiente per accogliere le centinaia di acquirenti: in alcune serate si trattavano fino a 100 quintali di fragole, vendute in caratteristici cestini di fasce di legno intrecciate. Nella stagione della raccolta la città si impregnava di un profumo intenso, le operaie lasciavano il lavoro nelle fabbriche per dedicarsi alla raccolta e molte famiglie, grazie agli ottimi ricavi, riuscivano ad assestare i bilanci di un anno intero. Simile al lampone, come dimensione e colore, dolce, aromatica, ma soprattutto profumatissima: la fragola di Tortona è una rarità, tanto che la grande richiesta ha messo in moto un vero e proprio mercato del «falso»… Purtroppo, come dicevo, il periodo in cui si può gustare questa fragola nella mia città è breve, 15/20 giorni indicativamente fra maggio e giugno (dipende dalle condizioni climatiche). Sul sito del Presidio Slow Food trovate anche l’elenco dei produttori locali cui potete rivolgervi. Enjoy!

Blog Rewind : Il prosciutto di Tortona @BarabinoSalumi (03/05/2018)

Oggi vi parlo di un altro prodotto gastronomico d’eccellenza della mia città: il prosciutto cotto del Salumificio Barabino di Torre Garofoli, frazione di Tortona. Fondato nel 1919, vanta quindi una tradizione secolare ed il prosciutto cotto Insuperabile (di nome e di fatto secondo me) costituisce il prodotto maggiormente caratterizzante. La distribuzione è soprattutto locale (si trova a Tortona nelle migliori gastronomie ed  in quasi tutti i supermercati – non so perché non più all’Iper) ma è reperibile anche in alcune salumerie top delle grandi città. Se fate una ricerca su internet lo troverete recensito molto bene su numerosi portali specializzati. Ecco quindi un altro prodotto che, se passate da Tortona, non potete fare a meno di provare. Il produttore lo presenta così: è la punta di diamante della nostra produzione ed è da tutti ricordato per l’alta qualità, il gusto e l’inconfondibile aroma. Il mix giusto di grassi e delicata aromatizzazione, creano un Prosciutto ottenuto utilizzando materia prima nazionale, dove genetica e alimentazione sono gli obiettivi prioritari. Un Prosciutto cioè prodotto da maiali nati, allevati, nutriti e macellati in Italia. Tutto questo per ottenere un prosciutto pregiato. Anzi, Insuperabile.I nostri prodotti non contengono glutine, derivati del latte e glutammato monosodico e sono anche disponibili già affettati e confezionati. Enjoy!

Blog Rewind : La pasticceria Casali di Tortona (24/05/2018)

Fra le prelibatezze dolci che si possono gustare nella mia città, Tortona, vi ho già parlato dei celebri Baci Dorati della Pasticceria Vercesi.  Ma non è finita qui. C’è un’altra pasticceria d’eccellenza che sforna ottimi tradizionali Baci di Dama ed altri prodotti irresistibili: la Pasticceria Casali. Tornare da Messa alla domenica mattina con un pacchettino di pasticcini di Casali è una tradizione tortonese ancora in voga in molte famiglie (non quelle, come la mia, afflitte da dieta perenne, ovviamente). Provare per credere la fantastica qualità di questi prodotti. E se davvero volete trattarvi bene, dovete sicuramente iniziare la giornata con la colazione da Casali, gustando una delle numerose brioche sfornate fresche ogni giorno: dai classici “Chifferi” ai golosi “Fagottini”, oppure le “Olandesine”, le “Treccine” e molte altre, anche salate per chi le preferisce. Se siete tortonesi ma lavorate a Milano, Torino o Genova e volete avere la riconoscenza dei vostri colleghi, al mattino portate un po’ di queste brioche in ufficio e diventerete subito molto popolari. Se passate da Tortona beh… non lasciatevi sfuggire questa occasione … gustosa. Ci sono due sedi, entrambe in via Emilia, Nord e Sud. Enjoy.

Blog Rewind – Perché Sanremo è Sanremo – 4

2003. Torno a Sanremo dopo 17 anni! E non più per una radio, ma per un musical, “Pinocchio”, con le canzoni dei Pooh, la regia di Saverio Marconi e un cast strepitoso. Il nostro quartier generale era il cinema Ritz, nei sotterranei dell’Ariston, una volta sala stampa del Festival ma ora troppo piccolo per questo uso.  Insomma: erano cambiate tante cose, ma al timone del festival c’era sempre Pippo Baudo, affiancato da Serena Autieri e Claudia Gerini. (continua dopo foto e video)



2007. Si torna al festival presentato sempre da Baudo con Michelle Hunziker, che proprio in quel periodo lavora per Compagnia della Rancia, al Teatro della Luna di Milano/Assago, in “Cabaret” per la regia di Saverio Marconi. Si arriva quindi all’Ariston con quasi tutto il cast, capitanato da Christian Ginepro/Maestro di cerimonie. (continua dopo il video)

2008. Ancora Baudo che ci ospita con il nostro “High School Musical”, prima produzione teatrale Disney originale in Italia, per la regia di Saverio Marconi e Federico Bellone. Un cast giovanissimo ed entusiasta che porta grande energia sul palcoscenico dell’Ariston, dove affiancano il Pippo Nazionale Piero Chiambretti, Bianca Guaccero ed Andrea Osvárt.  (continua dopo il video)

E per ora le avventure sanremesi finiscono qui.

Blog Rewind – Perché Sanremo è Sanremo – 3 (08/02/2018)

1984. Il Festival aumenta d’importanza ogni anno di più. E aumenta anche la confusione nel centro di Sanremo. Inizia l’era Pippo Baudo, che presenta affiancato da Edy Angelillo, Elisabetta Gardini, Iris Peynado e Tiziana Pini più due bambine. Tra i cantanti in gara ricordo ovviamente Patty Pravo, che riuscii anche ad intervistare, e la sua Per una bambola. Vinsero Al Bano e Romina con Ci sarà e le canzoni che ebbero maggior successo furono Non voglio mica la luna di Fiordaliso, Nuovo swing di Enrico Ruggeri e Come si cambia di Fiorella Mannoia. Nelle nuove proposte debuttò con Terra promessa Eros Ramazzotti che vinse appunto fra i giovani. Tra gli ospiti rimasi ovviamente molto colpito dai Queen con Freddie Mercury, da Bonnie Tayler, dai Culture Club di Boy George e da Mark Knopfler. Alcuni di loro purtroppo cantarono però in playback… Anche in quell’anno si dormiva davvero pochissimo. continua dopo il video

1985. Ancora Baudo al timone affiancato da una certa Patty Brard, di cui credo che dopo si siano perse completamente le tracce. Il Festival diventava sempre di più una macchina elefantiaca e Sanremo sempre più invivibile in quei giorni. Musicalmente non fu un festival da ricordare, anche perché non solo non c’era l’orchestra dal vivo, ma quell’anno addirittura cantarono tutti in playback. Vinsero i Ricchi e Poveri con Se m’innamoro; tra le altre presenze degne di nota Luis Miguel con Ragazzi di oggi, Eros Ramazzotti, sesto classificato con Una storia importante, e Zucchero con Donne. Nelle nuove proposte, vinte da una tal Cinzia Corrado, ricordo i debutti di Mango e Lena Biolcati. Gli ospiti che ricordo sono i Village People, I Duran Duran, gli Spandau Ballet e soprattutto i Frankie Goes to Holliwood con The Power of Love. Grande emozione anche per Claudio Baglioni che cantò dal vivo accompagnandosi al pianoforte Questo piccolo grande amore. Si continuava a dormire davvero poco. continua dopo il video

1986. L’ultimo “mio” Sanremo degli anni ’80. Presentava Loretta Goggi, prima donna a condurre da sola la manifestazione. Fu l’anno della consacrazione di Eros Ramazzotti che vinse con il brano Adesso tu. Tra le altre presenze degne di nota Renzo Arbore con Il Clarinetto, Mango con Lei verrà, Rossana Casale (che in anni successivi ho conosciuto avendo interpretato alcuni musical) con Brividi. Nelle nuove proposte vittoria di Lena Biolcati con Grande Grande Amore scritta da Stefano D’Orazio (e mi è capitato in seguito di lavorare con entrambi… i casi della vita). Tra gli ospiti ricordo con emozione Sting e la sua Russians, i Drum Theatre con Eldorado e soprattutto i Depeche Mode con Stripped. Ma ormai davvero Sanremo era invivibile e soprattutto la RAI tendeva ad escludere completamente le radio private, quindi per poter realizzare qualche intervista bisognava faticare davvero tanto. Dall’anno successivo iniziavano anche ad aumentare le serate, nel 1987 e 1988 quattro e dal 1989 addirittura cinque. E io sono tornato a vederlo in televisione, a parte qualche incursione negli anni 2000.

Blog Rewind – Perché Sanremo è Sanremo – 2 (07/02/2018)

1981: il mio secondo Sanremo, non solo l’ultima serata, ma una settimana intera. Le prove del lunedì, martedì e mercoledì e le dirette del giovedì, venerdì e sabato (sì all’epoca il festival durava solo tre sere, non cinque). Una full immersion che a 25 anni sopportavo benissimo, con gran entusiasmo. Fu un festival, condotto da Claudio Cecchetto con Eleonora Vallone, che regalò al pubblico alcune papere divertenti, con tante canzoni entrate nel patrimonio collettivo: Per Elisa di Alice, Maledetta Primavera di Loretta Goggi, Sarà perché ti amo dei Ricchi e Poveri, Ancora di Eduardo De Crescenzo, Caffè nero bollente di Fiorella Mannoia solo per citarne alcune oltre al tormentone, fuori gara, Gioca Jouer di Cecchetto. Tra gli ospiti più prestigiosi ricordo i Dire Straits (che però si esibirono in playback) e il mito dell’epoca Barry White che interpretò un brano di Billy Joel. Come stampa accreditata avevamo anche libero accesso al Casinò, alle feste organizzate dalle case discografiche, a cene di rappresentanza, alle discoteche di Sanremo… Insomma: una settimana dove non si dormiva mai.  Sempre vivo poi anche in quell’anno il ricordo delle hostess Muratti. Si poteva mancare l’anno dopo? Proprio no. Continua dopo il video


1982: ancora Cecchetto alla conduzione con la debuttante, all’epoca, Patrizia Rossetti, uscita da una specie di “talent” a Domenica In. Una scenografia spaziale, pare costosissima, per un festival con un vincitore annunciato molto prima dell’inizio: Riccardo Fogli. Fu l’anno di Felicità di Al Bano e Romina (che ricordo come una delle meno simpatiche a rispondere alle interviste), di Mia Martini con E non finisce mica il cielo, di Zucchero con Una notte che vola via, ma soprattutto di Vasco Rossi con Vado al massimo. Tra gli ospiti ricordo solo gli America, perché altri si esibirono non all’Ariston o addirittura in collegamento via satellite dagli States e non era stata una grande idea. Sempre notevoli le ragazze Muratti. Solita settimana senza dormire comunque. Continua dopo il video

1983: il presentatore era “Il conte di Montecristo”, cioè Andrea Giordana, affiancato dalle conduttrici di Discoring, programma musicale della prima rete RAI. Non fu una grande idea, comunque. Vinse a sorpresa una debuttante, Tiziana Rivale, bella voce ma forse di stile un po’ datata. La sua canzone, Sarà quel che sarà, sembra un po’ copiata da quella del film “Ufficiale e Gentiluomo”. Sono quelle cose inspiegabili che accadono solo a Sanremo. Tra le altre canzoni dell’anno si ricordano Vacanze Romane dei Matia Bazar, 1950 di Amedeo Minghi (che poi diventò un successo nella versione di Gianni Morandi), L’Italiano di Toto Cutugno, grande hit internazionale, e soprattutto Vita spericolata di Vasco Rossi, arrivata penultima ma poi  successo nelle vendite. Tra gli ospiti ricordo Roberto Benigni che cantò Via con me di Paolo Conte e Peter Gabriel che, cantando Shock the Monkey, si lanciò sulla platea. Per tutta la settimana in teatro si aggirava anche Renzo Arbore con una troupe cinematografica per le riprese di una parte del film “F.F.S.S. Cioè che mi hai portato a fare sopra Posillipo se non mi vuoi più bene?”, aggiungendo caos a caos.  Di dormire neppure a parlarne.

Blog Rewind – Perché Sanremo è Sanremo – 1 (06/02/2018)

Stasera si comincia. Inizia la settimana faticosa. 1980: il mio primo Sanremo. Nel senso che per la prima volta l’ho visto dal vivo, al Teatro Ariston. Ci andai per la radio RTL di Tortona, ma soprattutto per passione e curiosità, e solo nella serata finale. Anche perché in gara quell’anno c’era un cantante tortonese, Bruno Noli in arte Bruno D’Andrea, che, dopo il successo di “Nano Nano”, sigla del telefilm “Mork & Mindy”, si presentava in gara con “Mara”. Ma poi era l’anno di Claudio Cecchetto con Roberto Benigni, del bacio ad Olimpia Carlisi, dello scandalo per aver detto “Wojtilaccio”. E fu comunque l’anno del rilancio della manifestazione dopo un po’ di anni bui. Vinse Toto Cutugno con “Solo Noi”, ma quello che ricordo maggiormente di quella serata sono le splendide hostess della sigarette Muratti Ambassador, l’improbabile tinta dei capelli del debuttante Enrico Ruggeri con i Decibel, la, diciamo, “esuberanza” e “goliardia” di Silvia Annichiarico che si aggirava per la platea e la sala stampa dicendo in tutte le interviste solo  “Festivalazzo… festival del…”, la signorilità di Peppino Di Capri e la sua cortesia nel rispondere alla mia intervista. Ma la cosa che mi colpì di più in assoluto fu la classe, lo stile e la voce di Dionne Warwick, ospite della serata.

Blog Rewind – Consigli di serie: Bordertown (29/09/2018)


Conquistato da questa serie scandinava, ve la consiglio. La trovate su Netflix e s’intitola “Bordertown” (titolo originale Sorjonen, dal nome del personaggio protagonista). È la storia di un apprezzato detective dell’unità di analisi del crimine violento che decide farsi trasferire da Helsinki a Lappeenranta, paese al confine tra Finlandia e Russia, per trascorrere più tempo con la propria famiglia, soprattutto dopo che la moglie è riuscita a sconfiggere un tumore al cervello. Inoltre Sorjonen vuole anche allontanarsi dalla serie di omicidi su cui ha dovuto indagare e che lo hanno profondamente segnato nell’animo. In realtà anche a Lappeenranta troverà terribili episodi su cui indagare, che coinvolgeranno anche la sua famiglia… Al momento è disponibile solo la prima stagione di 11 episodi, quindi si può vedere tutta in un binge-watching del fine settimana. Una seconda stagione è già in lavorazione e sarà disponibile in Finlandia a brevissimo e successivamente in tutto il mondo.