Alcuni mi hanno chiesto cosa ne penso del risultato delle elezioni di domenica. Non sono un analista politico. Come avevo già scritto non sono mai stato un sostenitore del Movimento 5 Stelle ma, contrariamente all’opinione diffusa, avevo apprezzato il fatto che avessero comunicato in anticipo la loro eventuale squadra di governo. Non sono in grado, adesso, di capire se possono essere in grado di governare il nostro paese e se, nonostante siano indubitabilmente il primo partito, ne abbiano la possibilità. Quello che non riesco a capire – e che mi rattrista profondamente – è il successo riscosso dalla campagna elettorale di Matteo Salvini.
Premessa: io sono convinto che di un personaggio pubblico, sia si tratti di un attore, di un cantante o altro e pure di un politico, noi si riesca a giudicare solo la sua immagine pubblica e non la sua vera personalità; giudichiamo quanto di loro ci arriva per i loro atteggiamenti e le loro dichiarazioni rese pubbliche. Nel caso di Matteo Salvini io proprio non riesco a capire come anche amici che stimo possano apprezzare l’immagine di persona intollerante, qualunquista, omofoba e retrograda che a me invece arriva in modo così netto e preponderante come negativa.
Salvini nel 2015 ha affermato “Alle leggi sbagliate non bisogna obbedire ma disobbedire finché non vengono cambiate” che è esattamente il contrario di uno dei miei principi fondamentali, che mi è stato inculcato quando ero studente delle medie e che ho fatto mio durante la vita cercando anche di insegnarlo a mio figlio: se si reputa una legge sbagliata si lavora e si lotta per cambiarla ma nel frattempo va comunque rispettata da tutti. Ma poi, in un’altra occasione, ecco che Salvini cambia idea, e afferma “Nell’Italia che ho in testa e ambisco a governare, si rispettano le regole… Puoi essere bianco giallo o nero: c’è bisogno di regole“. Forse solo gli italiani sono autorizzati a non rispettare le leggi?
Quando la mamma adottiva di due bambini di colore gli ha scritto preoccupata per i rigurgiti razzisti cui possono andare incontro i suoi figli per colpa dei suoi discorsi sull’immigrazione, Salvini ha risposto che si sbagliava, che “Voglio un Paese più sicuro per tutti, soprattutto per i nostri figli. Questo mi chiedono non solo gli italiani ma anche tanti immigrati, regolari e perbene, che vivono in questo Paese”. Il problema non è quello che pensa e che vuole lui, ma come le sue parole sono intese da chi le ascolta magari con poco spirito critico (e bella la frase della mamma che dice “italiano è colui che ama l’Italia, non chi ci è nato. Come io sono mamma perché amo i miei figli, non perché li ho partoriti”.
Salvini (e anche la sua compagna di coalizione Giorgia Meloni) fa chiaramente passare l’idea di essere contrario alla cultura LGBT, tanto da aver affermato in modo esplicito, tra altre dichiarazioni, che in caso di vittoria avrebbe abolito la legge sulle unioni civili. Nonostante questo ho alcuni amici gay che domenica hanno votato Lega. Non riesco a capacitarmene, ma è così.
Io comunque non baso le mie amicizie su una totale identità di vedute politiche, religiose o di genere. Non sono in alcun modo così integralista, anzi ritengo che possa anche essere più interessante la frequentazione di persone diverse da me. E poi si può essere in disaccordo su qualche argomento e condividere molto altro. Per me la diversità è un valore, sempre.
Spero che possa continuare ad essere così anche per i miei amici dopo aver letto questo post.
Diversi punti di vista
Ieri sera ancora un bel momento di televisione pubblica con l’intervista che Fabio Fazio su Raiuno ha rivolto alla neo senatrice a vita Liliana Segre. Una donna che con la sua compostezza, la sua intelligenza, la sua lucidità, ed anche con la sua eleganza di esposizione, ha offerto una testimonianza che mi auguro faccia riflettere tutti, ma soprattutto quelli che avevano criticato la sua nomina da parte del Presidente della Repubblica.
Poi, purtroppo, ho letto sul Corriere della sera: «La sindaca leghista di Gazzada Schianno (Varese), Cristina Bertuletti (foto sopra), ha pubblicato nella sua bacheca privata di Facebook, visibile agli amici del popolare social network, una frase offensiva alla ricorrenza: «Visto che è il giorno della memoria…ricordate d’andare a pijarlo ‘nculo”» . Ora: come è possibile che una cittadina, anche un piccolo paese, possa essere guidato da una persona che non si rende conto che non si possono scrivere cose simili, neppure da privato cittadino ma maggiormente se si rappresentano le istituzioni, neppure su una bacheca privata di un social network? E attenzione: in questo caso non ne faccio una questione “politica”, non mi interessa che la sindaca in questione sia leghista, perché purtroppo la maleducazione, l’ignoranza (nel senso di non conoscere, in questo caso le norme di comportamento civile) purtroppo ormai risiedono in tutti gli schieramenti. Certo: la siognora in questione pare avvezza a manifestazioni un po’… originali diciamo. Tempo fa pare si sia presentata in Consiglio Comunale vestita da Fata Turchina. Ma era Carnevale e tutti i consiglieri l’hanno seguita mascherandosi. Viva l’Italia!